I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (4 marzo 2015)
Carmine Corazza (Nuova Edilizia)
Corazza suona la carica per la Nuova Edilizia:
"Vogliamo vincere la serie A di calcio a 7 dopo un girone unico gettato via"
Scambiamo due parole con Carmine Corazza, responsabile della squadra della Nuova Edilizia, partecipante al campionato di calcio a 7 Uisp di Piombino, quando ancora ha in mano le note da consegnare all’arbitro, pochi minuti prima dell’inizio della sfida (valida per l’ultima giornata del girone unico) contro i rivali di Al Tramonto.
Come sta andando questa stagione, Nino (come tutti lo chiamano)?
Abbastanza bene, dai, non ci lamentiamo.
L’obiettivo?
Beh, chiaramente vincere la serie A. dopo aver buttato via il girone unico, puntiamo dritti alla vittoria finale. La squadra ce l’abbiamo per pensare a un simile traguardo. Vediamo se riusciamo a conquistarlo.
E stasera?
Stasera conta poco o nulla. Giochiamo più che altro per divertirci. Proveremo alcune cose, a trovarci in campo, anche se purtroppo siamo sempre una squadra diversa.
Ogni volta infatti manca sempre un sacco di gente. Anche stasera, sai? Manca più di metà squadra.
E tu, giochi o stai in panchina?
Ormai sto più in panchina che in campo, ma faccio comunque tutto: allenatore, giocatore, e pagatore. Fra le tre cose ovviamente mi piace soprattutto giocare, ma più che altro do spazio a loro, ai miei compagni. Diciamo che sono il jolly; se manca qualcuno gioco io. E gioco quasi sempre, perché tanto qualcuno manca sempre, e allora io mi infilo in squadra.
Nella tua squadra giocava anche Samir Ahmeti, il ragazzo scomparso in un incidente stradale poche settimane fa. Com’è scendere in campo senza di lui?
Eh, si sente la sua mancanza. Si sente tanto. Era un casinista negli spogliatoi, e anche fuori si faceva notare, lo conoscevamo tutti. In campo spesso si arrabbiava per un fallo non concesso o qualcos’altro, ma gli passava subito. Ci manca, purtroppo è andata così.
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (21 gennaio 2015)
Michele Niccolai (Panificio Marchetti)
Michele Niccolai, tornare dopo 10 anni e ritrovare la passione di un tempo:
"Che shock quel giorno, avevo il piede girato"
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (15 dicembre 2014)
Andrea Breschi (Bar Roma)
Parla Andrea Breschi, protagonista del Bar Roma
"Sono diventato grande in un bel gruppo di amici.
C'è un'alchimia perfetta. E nel marzo prossimo... "
«Abbiamo un rapporto simile a quello che hanno i gemelli. Pur essendo io
più grande di lui di dieci anni, siamo
unitissimi».
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (9 dicembre 2014)
Rocco Camerini (Rocco Team)
Camerini: "Ho un gruppo nuovo a cui però manca
una pedina di esperienza".
"Io allenatore? No, sono il miglior ds della Val di Cornia... "
Piombino, 9 dicembre 2014 - Esce dal campo con il sorriso, Rocco Camerini, al termine del match contro Tecno Steel, che la sua squadra, la Rocco Team appunto, ha vinto per 6-5.
Mario Mura, amuleto... al contrario
"Senza di me la Magona vince!"
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (24 novembre 2014)
Salvatore Masullo e Giovanni Marfella (Nara Camicie) Carmine Corazza (Nuova Edilizia)
Corazza suona la carica per la Nuova Edilizia:
"Vogliamo vincere la serie A di calcio a 7 dopo un girone unico gettato via"
Scambiamo due parole con Carmine Corazza, responsabile della squadra della Nuova Edilizia, partecipante al campionato di calcio a 7 Uisp di Piombino, quando ancora ha in mano le note da consegnare all’arbitro, pochi minuti prima dell’inizio della sfida (valida per l’ultima giornata del girone unico) contro i rivali di Al Tramonto.
Come sta andando questa stagione, Nino (come tutti lo chiamano)?
Abbastanza bene, dai, non ci lamentiamo.
L’obiettivo?
Beh, chiaramente vincere la serie A. dopo aver buttato via il girone unico, puntiamo dritti alla vittoria finale. La squadra ce l’abbiamo per pensare a un simile traguardo. Vediamo se riusciamo a conquistarlo.
E stasera?
Stasera conta poco o nulla. Giochiamo più che altro per divertirci. Proveremo alcune cose, a trovarci in campo, anche se purtroppo siamo sempre una squadra diversa.
Ogni volta infatti manca sempre un sacco di gente. Anche stasera, sai? Manca più di metà squadra.
E tu, giochi o stai in panchina?
Ormai sto più in panchina che in campo, ma faccio comunque tutto: allenatore, giocatore, e pagatore. Fra le tre cose ovviamente mi piace soprattutto giocare, ma più che altro do spazio a loro, ai miei compagni. Diciamo che sono il jolly; se manca qualcuno gioco io. E gioco quasi sempre, perché tanto qualcuno manca sempre, e allora io mi infilo in squadra.
Nella tua squadra giocava anche Samir Ahmeti, il ragazzo scomparso in un incidente stradale poche settimane fa. Com’è scendere in campo senza di lui?
Eh, si sente la sua mancanza. Si sente tanto. Era un casinista negli spogliatoi, e anche fuori si faceva notare, lo conoscevamo tutti. In campo spesso si arrabbiava per un fallo non concesso o qualcos’altro, ma gli passava subito. Ci manca, purtroppo è andata così.
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (21 gennaio 2015)
Michele Niccolai (Panificio Marchetti)
Michele Niccolai, tornare dopo 10 anni e ritrovare la passione di un tempo:
"Che shock quel giorno, avevo il piede girato"
Ti piace il calcio. Lo pratichi a
livello amatoriale, o anche di più, sia il calcio a 11, che il calcio a 5,
facendo campionati e tornei locali. Poi un giorno, proprio mentre ti stai
divertendo dietro al pallone, ti fai male. Molto male. Hai 25 anni e di colpo
quella passione devi abbandonarla. Per 10 anni, fin quando torna fuori, pian
piano, e improvvisamente ti fa ricordare quanto ero bello condividere sport e
divertimento con gli amici all’interno del rettangolo di gioco.
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Michele Niccolai
|
Michele Niccolai, fornaio al
panificio Marchetti del suocero, anni fa
partecipava a tutti i tornei possibili organizzati dalla Uisp, spinto
dall’amore per il calcio, quando 10 anni fa, durante una partita al Perticale,
si è infortunato gravemente.
Vuoi parlarcene, Michele?
«All’epoca facevo una marea di
tornei, mi divertivo. Poi una sera, in palestra mi feci male alla caviglia. Si
ruppero i legamenti… insomma mi spaccai tutto. Da allora sono stato fermo fino
all’anno scorso».
Cosa ti ha riportato sui campi di
gioco?
«Con gli amici ci è preso voglia di
tornare a giocare, e allora per tutto l’inverno e l’estate della scorsa
stagione abbiamo regolarmente prenotato il campetto di calcio a 5 Van Toff per
una partitella a settimana tra di noi. E poi abbiamo pensato di passare a un
impegno maggiore, con la partecipazione al campionato».
Precisamente all’Over 30…
«Già.. anche perché siamo tutti
over 30 purtroppo (ride). Per ora sta andando bene. O meglio, siamo ultimi, ma
ce la faremo a recuperare, non stasera perché i nostri avversari sono forti, ma
con le altre partite».
Gli avversari in questione sono i
giocatori della Permare, rivali della gara di martedì sera, valida appunto per
l’Over 30. In realtà Niccolai stava per essere smentito, avendo chiuso la sua
squadra, il Panificio Marchetti, il primo tempo in vantaggio per 4-1. Gli
esperti della Permare, tuttavia, guidati da Giannoni, sono riusciti a ribaltare
il risultato, vincendo 5-4.
Cosa hai provato quando ti sei
infortunato 10 anni fa?
«Di colpo è finito tutto. Ho avuto
paura, anche perché è stato uno shock, avevo il piede praticamente girato.
Anche per questo ho aspettato così tanto prima di riprovare a entrare in campo.
Il calcio però mi è sempre piaciuto, prima il calcio a 11 con Montemazzano e
Cotone, poi i tornei di calcio a 5, e ora calcio a 7».
Che sensazioni hai avuto tornando a
giocare?
«All’inizio un po’ di paura, poi
pian piano mi sono sciolto, anche se le differenze fisiche di quando avevo 25
anni, e di adesso che ne ho 36, non avendo mai più fatto sport, le sento,
eccome. Però è stato bello tornare a giocare, passare un’ora di divertimento
con gli amici, senza pensare ai problemi della vita; sono contento di aver
ritrovato vecchi amici, e sono orgoglioso di aver fatto iniziare a giocare
anche ragazzi che non l’avevano mai fatto».
Andrea Breschi (Bar Roma)
"Sono diventato grande in un bel gruppo di amici.
C'è un'alchimia perfetta. E nel marzo prossimo... "
SICURO in campo, sempre alla
ricerca del gol, simpatico fuori dal rettangolo di gioco, Andrea Breschi nasconde anche un’insospettabile
timidezza, tanto da provare a schivare l’intervista («Ma perché proprio io? Intervistate il capitano,
è giusto così»), e chiedermi di usare il vecchio metodo degli appunti sul block-notes, invece della
più comoda registrazione («No, dai, France… Se mi registri mi emoziono. Scrivi, giù». E allora ho scritto. Di un ragazzo che
avrebbe voluto tentare la strada professionistica nel mondo del pallone, ma che, pur non
riuscendovi, ha mantenuto intatta la sua
passione sui campi di calcetto. Un
ragazzo che sta per diventare babbo, e che mentre lo dice, ha una speciale luce
negli occhi. Un ragazzo che vive con il
fratello, portiere del Piombino in Eccellenza, un rapporto speciale, fatto di affetto e condivisione.
Gli stessi ingredienti che arricchiscono anche l’amore per il calcio, all’interno di una squadra che è
fatta di amici e divertimento. Intervistato
alla fine della gara vinta contro Nara Camicie, Andrea commenta brevemente il
match. «Bene, abbiamo vinto una partita
importante, anche se a un certo punto siamo stati un po’ superficiali e abbiamo rischiato».
«Direi che è molto equilibrato. Il nostro
obiettivo quest’anno è soprattutto quello di divertirci, anche se ci piacerebbe ovviamente bissare la
vittoria della passata stagione, senza avere la presunzione di far bene anche fuori Piombino, e mi riferisco
alle finali regionali. Per il resto, voglio sottolineare il pregio
di far parte di un gruppo bellissimo, un gruppo di amici, nel quale non si
discute mai».
In effetti, ultimamente ti
vedo più tranquillo mentre giochi.
«Mah,
non saprei. Sono sempre stato tranquillo, non credi? Poi magari sono diventato
grande, più maturo. Pensa che a marzo
divento babbo di una bimba. E comunque sto davvero bene in questa squadra. Altre volte mi è capitato di avere
la responsabilità su sconfitte o vittorie. Parlo di altri team, dove giocando io bene si vinceva, e
giocando io male si perdeva. Ora invece faccio parte di un gruppo fantastico, nel quale siamo tutti
importanti. Per non parlare di Walter del Bar Roma. È così speciale da averci preso le maglie
nuove».
Che rapporto hai con tuo
fratello, Alessandro, portiere del Piombino?

Quando vai allo stadio e
senti qualche critica nei suoi confronti come ti comporti? «Quello che si arrabbia è babbo, io sono tranquillo,
e accetto serenamente le critiche. Se mi piacerebbe giocare a pallone insieme a lui?
Certo, ma al momento Alessandro non può. Abbiamo fatto qualche partita al Vant Toff; vediamo
se in futuro sarà possibile riprendere a giocare insieme».
Cos’è il calcio per te?
«Non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto
provare a salire di categoria e tentare il calcio professionistico. Ora come ora resta una
grande passione che condivido con un gruppo fantastico. Mi interessa soltanto divertirmi. Mi ripeto,
ma è così: in questa squadra sto bene, sento la fiducia dei compagni, c’è sempre la parola giusta al
momento giusto. Insomma, un’alchimia perfetta».
Francesca Lenzi
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (9 dicembre 2014)
Rocco Camerini (Rocco Team)
Camerini: "Ho un gruppo nuovo a cui però manca
una pedina di esperienza".
"Io allenatore? No, sono il miglior ds della Val di Cornia... "
Piombino, 9 dicembre 2014 - Esce dal campo con il sorriso, Rocco Camerini, al termine del match contro Tecno Steel, che la sua squadra, la Rocco Team appunto, ha vinto per 6-5.
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Rocco Camerini tecnico di Rocco Team |
«Adesso siamo a 4 vittorie e 3 sconfitte – afferma il mister – Era importante portare in vantaggio le vittorie, anche se resta il rammarico per aver perso immeritatamente contro il bar Roma. In effetti, a parte la sconfitta subita a ragione contro Pizza Più, per il resto abbiamo sempre disputato ottime partite. Pure stasera siamo sempre stati in vantaggio, anche se a volte cadiamo in cali di attenzione che ci costano cari».
Come mai?
Direi che non sappiamo gestire a volte le gare. Continuiamo ad attaccare, anche quando sarebbe giusto gestire la palla. Probabilmente ci manca qualcuno di esperienza, un veterano che sappiamo avere questo ruolo.
Quali sono gli obiettivi di quest’anno?
Entrare in serie A, senza dubbio. Dopo aver vinto per due anni la serie B, puntiamo a far bene nella serie maggiore. Tra l’altro ho sensazione positive; mentre, infatti, l’anno scorso eravamo quasi sempre contati, adesso arriviamo in 7-8, per una rosa che offre garanzie, e speriamo che continui ad offrirle.
Parlaci della tua squadra.
È un gruppo completamente rinnovato. Non ci sono più Masullo e Marfella, mentre abbiamo sono entrate persone come Fioretti, Matalone, Chia (ex Juventus Club), Lombardi.. insomma, tutta gente con tanta voglia di fare. E ancora, gli universitari Di Maggio ed Esposito. Siamo una squadra di giovani, ma non giovanissimi, in grado di mettere in campo la giusta esperienza, sapendo giocare a calcio a 5.
Cosa dici sugli avversari?
Beh, io aspetto in gloria la sfida contro Masullo (ride). Siamo amici, colleghi di lavoro e non vedo l’ora di incontrarlo sul campo.
Chi vincerà?
Non lo so. Ti dico però che avrei voluto rifilargli la prima sconfitta, ma ho visto che Ristorante Falesia mi ha preceduto, purtroppo. Scherzi a parte, per ora ci stiamo divertendo e va benissimo così.
Sei allenatore, organizzatore, motivatore o cos’altro?
Con il sorriso mi definisco il migliore direttore sportivo della Val di Cornia. Ironia a parte, vedo che le persone vengono volentieri a giocare con me, e io ho come imperativo quello di far giocare tutti, al di là dell’avversario.
Come mai?
Per divertirsi tutti e per tenere il gruppo unito. Se la gente arriva alle partite scontenta è finita. E poi è proprio una mia caratteristica personale. È chiaro che ci sono persone che potranno giocare più spesso, ma in generale mi piace far girare tutti.
In inverno, quando piove e fa freddo, è una fatica per tutti uscire di casa e andare a giocare, giocatori compresi. A te, che stai in panchina, quanto pesa?
Senti, la voglia c’è sempre stata e c’è ancora. Questo è u mio hobby e, nonostante il freddo e la pioggia, me lo prendo volentieri. Ovviamente non è sempre semplicissimo tra famiglia, condizioni climatiche, arrivando tra l’altro da Riotorto, ma fin quando mi piace farlo e fin quando mi darà soddisfazione, lo farò ben volentieri. E quando parlo di soddisfazione, parlo dei ragazzi che vedo contenti. Ti faccio un esempio, per far capire quanto io tenga a questo hobby: iscrizione, maglie e quant’altro le ho pagate personalmente io, e alle partite metto 5 euro per il campo come ciascuno dei miei giocatori.
Mario Mura, amuleto... al contrario
"Senza di me la Magona vince!"
Piombino, 1 dicembre 2014 - Nella prima
vittoria dopo sei giornate (e cinque partite disputate) della propria squadra,
lui mancava. Stiamo parlando di Mario
Mura, giocatore, organizzatore e anima della Magona Calcio, formazione iscritta al campionato ufficiale
di calcio a 7 Uisp e al torneo Over 30.
Non
eri presente venerdì scorso, in occasione del primo successo della Magona
contro la Nuova Edilizia, al termine di
una gara avvincente. Come mai?
Beh,
intanto, scherzando, i miei compagni mi hanno detto di non andare nemmeno le
volte successive (ride). Tornando seri
invece, sono stato a riposo a causa di qualche acciacco. I classici motivi fisici, insomma, che direi normali
avendo 43 anni.
Dopo la vittoria nell’ultima
giornata, quale sono gli obiettivi di quest’anno? Ah, niente obiettivi questa stagione.
Affrontiamo il campionato per quello che verrà, avendo anche cambiato un po’ il gruppo. A fianco allo
zoccolo duro, infatti, ho inserito alcuni giovani che finora non si erano ancora sbloccati. Spero che il
successo contro la Nuova Edilizia sia stata la molla per cambiare marcia. Inoltre, quest’anno sono più
impegnato rispetto alla passata stagione: mia moglie infatti ha ricominciato a lavorare e con due
bambine piccole di 6 e 4 anni è un bel problema trovare il tempo per giocare e, soprattutto, per
organizzare.
Quindi, pensiamo
principalmente al divertimento?
Mah,
questo è da vedersi. Non è che per ora ci siamo divertiti tanto. Come ti ho detto,
vediamo cosa viene fuori d’ora in poi.
Con un passato a un soffio dal calcio
professionistico, nell’intervista della scorsa stagione, parlavi di giocare ormai per passione. È
ancora così?
Certo, la voglia c’è
sempre. Però trovare il tempo è sempre più difficile. L’anno scorso abbiamo fatto tutti i tornei; quest’anno facciamo il
campionato e, almeno per ora, l’over 30 (anche se molti di noi sarebbero già pronti per l’over 40).
Purtroppo ho avuto diverse defezioni, tra un paio che hanno smesso e altrettanti che mi avevano
confermato la loro presenza, e invece poi non sono venuti. Mi ripeto, andiamo avanti di partita in
partita e vediamo cosa salta fuori.
I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (24 novembre 2014)
Nara Camicie: la parola ai leader
Masullo incorona bomber Marfella
"E' lui il numero 1, l'ho scoperto io"
Questa settimana l’intervista è doppia. I protagonisti sono Salvatore Masullo e Giovanni Marfella, giocatori simbolo della squadra Nara Camicie, iscritta al campionato invernale Uisp Piombino. Con un avvio di stagione eccellente, fatto di sole vittorie e appena un pareggio, il team di capitan
Masullo si accredita quale formazione tra le più attrezzate alla vittoria finale. Con i due giocatori scambiano alcune parole martedì sera (18 novembre), all’impianto Van Toff, in attesa dell’inizio del match contro Osteria I’Ciocio. Impegno complicato, reso ancor più difficile dalle diverse assenze nel gruppo Nara Camicie, la coppia Masullo/Marfella, è comunque riuscita al termine della sfida a spuntarla, grazie a una prova di carattere e ottimo affiatamento; oltre ai colpi di Marfella, che anche stavolta ha influito in modo determinante sul risultato finale.
Salvatore Masullo, due parole per il blog della Uisp.
No, dai. Non devi intervistare me, ma il Marfella. È lui il bomber della squadra.
Poi parlo anche con lui. Intanto chiacchieriamo noi due. Quanti anni hai?
Eh, tanti... 39.
Ti diverti sempre? È cambiato il tuo modo di affrontare le partite?
Sì, mi diverto sempre. Se sono cambiato nel tempo? Mah.. ho un atteggiamento tranquillo, penso
solo a divertirmi; ma sono sempre un po’ stato così. Il Masullo che si infuria e protesta in campo è
mio fratello, non io.
Non ti sei ancora stancato quindi di dare calci al pallone?
No, ancora no. Di lavorare mi sono stancato, ma di giocare a calcio no.
Quest’anno vi presentate come una delle squadre favorite alla vittoria del campionato. Che dici?
Mah, speriamo che sia così. L’importante comunque è divertirsi. Siamo un gruppo di amici, sia in
campo che fuori, e ripeto, il bomber della squadra è Marfella, il mio pupillo, l’ho scoperto io (ride).
E il tuo ruolo qual è invece?
Io sono il capitano, quello che ha fatto la squadra, chiamato la gente, organizzato un po’ tutto. I miei
compagni sono più giovani e insomma mi occupo di loro, li ho presi sotto la mia ala.
Grazie Salvatore, e in bocca al lupo.
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Salvatore Masullo e Giovanni Marfella |
E allora eccolo il bomber della squadra, Giovanni Marfella, che lascia per un paio di minuti il riscaldamento e risponde alle nostre domande.
Masullo dice che sei il suo pupillo, il bomber della squadra.
No, dai, non sono il bomber.
Quanti gol hai fatto sinora?
Ne ho fatti 16 in quattro partite.
Beh, allora lo sei.
Ok, può darsi, ma l’importante è che la squadra faccia bene e vinca. Se poi arrivano anche i gol è meglio, se vinco il titolo di capocannoniere anche di più, ma quest’anno la cosa più importante è il campionato. Lo voglio vincere. I numeri per riuscirci ce l’abbiamo.
Ma se non fai gol in una partita che succede?
Beh, ci resto male, ma niente di più. Il mio obiettivo è di far bene e rendermi utile per il gruppo.
Come stasera contro Osteria I’Ciocio, avversario difficile.
Sarà dura, anche considerando che ci manca un po’ di gente, ma ce la metteremo tutta.
Meglio vincere o divertirsi?
Io gioco perché mi diverto. Quando non ci sarà più la passione sarà un casino. Ma è presto per
pensarci visto che ho 21 anni.
Da quanto giochi con Uisp?
Da quando avevo 12-13 anni. Faccio tutti i tornei da quando ho smesso di giocare a calcio. Ero nel
Salivoli.
Meglio il calcio a 11 o il calcio a 5?
Il calcio è calcio, anche se mi piace pure il calcetto. Ma il calcio in campo grande è un’altra cosa,
non si tocca, troppo più bello.
Un altro paio di minuti di riscaldamento e poi il fischio d’inizio alla gara contro Osteria I’Ciocio.
Il risultato finale è agli atti, Marfella segna due gol (uno più bello dell’altro), e alla prima marcatura
del suo pupillo, Masullo si gira verso di me e urla: “Francesca, hai visto che fenomeno che ho in
squadra?!”.
IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (19 novembre 2014)
Matteo Carresi, capitano sul campo
"La bandiera del Bar Roma sono io"
Piombino, 19 novembre 2014 -
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Matteo Carresi, giocatore del Bar Roma |
- Come definiresti la tua squadra?
«Direi che siamo la rivelazione del campionato. Almeno per ora, procedendo a punteggio pieno. E con rientro a breve di Arzilli e Fabbri penso proprio che potremo dire la nostra anche sul titolo finale, anche perché sono diverse le squadre che si sono sfaldate, come il Buselli & Ghiandi che non c’è più o l’Enoteca Menti che si è ritirata, ed entrambe erano formazioni valide. Per quanto ci riguarda, di sicuro ci vedo nelle prime quattro».
- Obiettivo della stagione?
«Io vorrei la coppa del primo posto. Quella al termine del girone unico, perché proprio lì si vede la squadra più forte; nelle eliminatorie invece è una lotteria. Basta che in una partita fondamentale ti manchino un paio di giocatori importanti e sei fuori. Nel girone unico si vede invece il migliore».
- Chi temi di più tra gli avversari?
«Mah, io ho un conto in sospeso con la Permare. Ci fecero fuori all’estivo, dove noi giocammo contati per la contemporaneità a San Vincenzo di un’altra finale. Eppure fu una gara combattuta, nella quale fummo anche parecchio sfortunati e io, sull’onda del nervosismo, ci feci buttare fuori in un finale potremmo dire sportivamente drammatico».
- Giochi per divertimento o per vincere?
«Gioco per divertirmi. Però quando sei lì e senti l’agonismo, ti girano le scatole se perdi, è chiaro. È vero che poi passa subito,com’è giusto che sia in un torneo amatoriale, anche perché se eravamo bravi giocavamo a San Siro e non al Cotone. Ci tengo comunque a sottolineare le belle amicizie che sul campo sono nate. Ho conosciuta tante belle persone, dapprima avversarie, poi amici, alcuni venuti poi a giocare nel Bar Roma. E questo è bello, al di là della rivalità in gara, anche perché alla fine della partita il campo lo paghiamo tutti, vincitori e vinti».
IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (10 novembre 2014)
Beppe Caputo si gode la vittoria col Bar Roma
"Vincere? Ci piacerebbe, ma sarà difficile"
Piombino, 10 novembre 2014 - È soddisfatto all’uscita dal campo, dopo la vittoria contro Bar Roma, Giuseppe, detto Beppe Caputo, portiere per caso, ma ormai saldamente tra i pali della porta della Tecno Steel. «Bella partita, siamo contenti e ci siamo divertiti – commenta dopo il triplice fischio dell’arbitro – Non abbiamo tantissimi punti al momento, ma anche per la prima giornata che abbiamo rinviato. Questa è comunque una vittoria che ci dà morale. Solo da ultimo si è fatta un po’ vedere la paura di vincere, abbiamo sbagliato alcuni gol; d’altra parte quando manca la concentrazione è difficile mantenere lo stesso ritmo, se poi ci mettiamo che siamo anche tutti vecchi….».
Tutti gli stessi più che altro. Il nome della squadra cambia (l’anno scorso lo stesso gruppo aveva come sponsor Erboristeria vecchi rimedi) ma i giocatori no. Giusto?
«Più o meno siamo sempre gli stessi, a parte qualche innesto inserito di tanto in tanto».
E tu invece, sei sempre portiere. L’anno scorso hai raccontato come questo ruolo sia nato per caso e per necessità, ma ormai sembri averci preso gusto. Anche stasera ti sei messo in mostra con alcune belle parate.«Sì, sono nato portiere per caso ma alla fine ci sono rimasto, perché mi piace. stasera è andata in effetti bene, anche grazie a un po’ di fortuna».
Obiettivo di quest’anno?«L’obiettivo è sempre lo stesso: ci piacerebbe vincere il torneo, dopo aver vinto già la coppa
d’estate. Se però non ci riusciamo pazienza».
Avversari più difficili da incontrare in questa stagione?«Da quello che so è molto forte l’Atletico Fuligni, ricco di bravi giocatori e new entry come Giuseppe La Gamba. Poi anche lo stesso Bar Roma, che stasera abbiamo battuto, è tra le squadre più valide».
Giocare per vincere o per divertirsi?«Più importante è divertirsi. È anche vero però che se non vinci difficilmente ti diverti, quindi tutt’e due le cose».
IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (3 novembre 2014)
Massimiliano Meini, il 'guru' di Blinditalia
"I ragazzi pensino solo a giocare e a divertirsi"
Racconta com’è nata questa squadra.
"È nata da un progetto e da un’idea precisa, ovvero quella di non far pagare nulla ai ragazzi. Mi spiego meglio: iscrizione, altri costi iniziali, anche il campo... Ecco, non devono pagare nulla. Devono solo arrivare al campo e giocare. Non devono preoccuparsi di altro".
E chi paga?
"L’azienda che ci sta supportando, e poi io (sorride). Anzi, viste comunque le difficoltà che ci sono per tutti, dico apertamente che siamo in cerca di sponsor. D’altra parte abbiamo iniziato controvento rispetto a quanto fanno altre squadre, ma siamo convinti della strada intrapresa e vogliamo proseguirla, anche perché altrimenti il gruppo creato non sarebbe più lo stesso: non tutti i ragazzi infatti avrebbero la possibilità di giocare pagando le partite".
Vedo molti giovani in squadra.
"Sì, l’età media è molto bassa, sono tutti ragazzi che già giocavano a pallone, chi nel Salivoli, chi nel
San Vincenzo o da altre parti. In tutto siamo 18, oltre a un altro numero di ragazzi sotto i 16 anni che non posso ovviamente partecipare a questa competizione".
L’obiettivo di questa stagione?
"Mah, non c’è nessuna presunzione. Vediamo dove riusciamo ad arrivare, senza porci degli obiettivi
precisi. I ragazzi la qualità ce l’hanno, l’importante però è che giochino tranquilli e si divertano".
Ho visto che i tuoi giocatori ti cercano, chiedono consigli. Hanno fiducia in te, vero?
"Beh, spero proprio di sì (ride). E adesso, se non hai altre domande, ti lascio che vado a dire due cose sulla partita ai ragazzi".
IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (27 ottobre 2014)
Gianfranco Giannoni (Permare)
Permare, il mister Giannoni vola basso dopo il titolo dello scorso anno
"Partiamo tranquilli, senza grandi obiettivi. Cercheremo di fare un campionato per divertirci"
PIOMBINO, 27 ottobre 2014 - Il mister esce dallo spogliatoio
pochi minuti prima dell’inizio di gioco vestito di tutto punto, con maglia e
pantaloncini biancoblu. Parliamo di Gianfranco Giannoni, guida della Permare,
all’esordio nel campionato di calcio a 7, all’impianto Aldo Bacci del
Cotone/Poggetto, contro la Magona Calcio.
Come
mai in tenuta da calciatore stasera?
Perché siamo pochi, e posso essere
utile per un cambio in più. E poi c’è ovviamente il piacere di giocare. Potessi
lo farei anche tutti i giorni.
Prospettive
di quest’anno?
Partiamo con un approccio molto
tranquillo. Motivi familiari e di lavoro spingono ad affrontare la nuova
stagione con molta tranquillità. Non è secondario l’aspetto che si invecchia, e
noi siamo sostanzialmente sempre i soliti. Diciamo che l’intenzione è quella di
prenderla in modo sereno, senza grossi obiettivi, divertendoci; in fondo poi
vedremo. Siamo quasi tutti vecchiarelli; basta pensare che il grosso di noi
farà anche l’over.
Al
di là delle aspettative, è un fatto che partiate da favoriti dopo la vittoria
della scorsa stagione.
Certo, questo è vero, e cercheremo
di onorare al meglio l’impegno. Stasera è comunque la prima giornata e dobbiamo
capire intanto a che punto siamo, fisicamente parlando. Molti di noi infatti è
dall’ultimo torneo a luglio che non hanno fatto più nulla, e ripartire non sarà
semplice.
Qualche
volto nuovo però lo vediamo…
Sì, al gruppo storico, abbiamo
unito nomi nuovi che ci aiuteranno parecchio, a partire da Antonello Venditto
(non in campo contro la Magona), Ardenghi e Bonanni, quest’ultimo giovane che
alza la media dell’età in squadra. Per contro abbiamo perso un giocatore
importante come Miano, quest’anno impegnato con il Piombino in eccellenza.
Tra
gli obiettivi si stagione possiamo mettere anche una maggiore tranquillità nei
confronti degli arbitri?
Sì. in effetti ci piacerebbe
crescere sotto questo aspetto, invece di crescere solo dal punto di vista
dell’età.
In
realtà al 13’ del primo tempo Giannoni
manifesta a voce sostenuta la prima protesta contro il direttore di gara: “Oh,
arbitro, ma l’ha preso pieno!”. Ma l’esternazione non travalica i limiti del
buon senso e fa sorridere. Per il resto gara corretta, dentro e fuori dal
campo, e prima vittoria per la Permare.
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