L'intervista della settimana - I protagonisti

I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (4 marzo 2015)
Carmine Corazza (Nuova Edilizia)

 Corazza suona la carica per la Nuova Edilizia:
"Vogliamo vincere la serie A di calcio a 7 dopo un girone unico gettato via"

Scambiamo due parole con Carmine Corazza, responsabile della squadra della Nuova Edilizia, partecipante al campionato di calcio a 7 Uisp di Piombino, quando ancora ha in mano le note da consegnare all’arbitro, pochi minuti prima dell’inizio della sfida (valida per l’ultima giornata del girone unico) contro i rivali di Al Tramonto.
Come sta andando questa stagione, Nino (come tutti lo chiamano)?
Abbastanza bene, dai, non ci lamentiamo.
L’obiettivo?
Beh, chiaramente vincere la serie A. dopo aver buttato via il girone unico, puntiamo dritti alla vittoria finale. La squadra ce l’abbiamo per pensare a un simile traguardo. Vediamo se riusciamo a conquistarlo.
E stasera?
Stasera conta poco o nulla. Giochiamo più che altro per divertirci. Proveremo alcune cose, a trovarci in campo, anche se purtroppo siamo sempre una squadra diversa.
Ogni volta infatti manca sempre un sacco di gente. Anche stasera, sai? Manca più di metà squadra.
E tu, giochi o stai in panchina?
Ormai sto più in panchina che in campo, ma  faccio comunque tutto: allenatore, giocatore, e pagatore. Fra le tre cose ovviamente mi piace soprattutto giocare, ma più che altro do spazio a loro, ai miei compagni. Diciamo che sono il jolly; se manca qualcuno gioco io. E gioco quasi sempre, perché tanto qualcuno manca sempre, e allora io mi infilo in squadra.
Nella tua squadra giocava anche Samir Ahmeti, il ragazzo scomparso in un incidente stradale poche settimane fa. Com’è scendere in campo senza di lui?
Eh, si sente la sua mancanza. Si sente tanto. Era un casinista negli spogliatoi, e anche fuori si faceva notare, lo conoscevamo tutti. In campo spesso si arrabbiava per un fallo non concesso o qualcos’altro, ma gli passava subito. Ci manca, purtroppo è andata così.




I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (21 gennaio 2015)
Michele Niccolai (Panificio Marchetti)

Michele Niccolai, tornare dopo 10 anni e ritrovare la passione di un tempo:
"Che shock quel giorno, avevo il piede girato"

Ti piace il calcio. Lo pratichi a livello amatoriale, o anche di più, sia il calcio a 11, che il calcio a 5, facendo campionati e tornei locali. Poi un giorno, proprio mentre ti stai divertendo dietro al pallone, ti fai male. Molto male. Hai 25 anni e di colpo quella passione devi abbandonarla. Per 10 anni, fin quando torna fuori, pian piano, e improvvisamente ti fa ricordare quanto ero bello condividere sport e divertimento con gli amici all’interno del rettangolo di gioco.
Michele Niccolai
Michele Niccolai, fornaio al panificio  Marchetti del suocero, anni fa partecipava a tutti i tornei possibili organizzati dalla Uisp, spinto dall’amore per il calcio, quando 10 anni fa, durante una partita al Perticale, si è infortunato gravemente.
Vuoi parlarcene, Michele?
«All’epoca facevo una marea di tornei, mi divertivo. Poi una sera, in palestra mi feci male alla caviglia. Si ruppero i legamenti… insomma mi spaccai tutto. Da allora sono stato fermo fino all’anno scorso».
Cosa ti ha riportato sui campi di gioco?
«Con gli amici ci è preso voglia di tornare a giocare, e allora per tutto l’inverno e l’estate della scorsa stagione abbiamo regolarmente prenotato il campetto di calcio a 5 Van Toff per una partitella a settimana tra di noi. E poi abbiamo pensato di passare a un impegno maggiore, con la partecipazione al campionato».
Precisamente all’Over 30…
«Già.. anche perché siamo tutti over 30 purtroppo (ride). Per ora sta andando bene. O meglio, siamo ultimi, ma ce la faremo a recuperare, non stasera perché i nostri avversari sono forti, ma con le altre partite».
Gli avversari in questione sono i giocatori della Permare, rivali della gara di martedì sera, valida appunto per l’Over 30. In realtà Niccolai stava per essere smentito, avendo chiuso la sua squadra, il Panificio Marchetti, il primo tempo in vantaggio per 4-1. Gli esperti della Permare, tuttavia, guidati da Giannoni, sono riusciti a ribaltare il risultato, vincendo 5-4.
Cosa hai provato quando ti sei infortunato 10 anni fa?
«Di colpo è finito tutto. Ho avuto paura, anche perché è stato uno shock, avevo il piede praticamente girato. Anche per questo ho aspettato così tanto prima di riprovare a entrare in campo. Il calcio però mi è sempre piaciuto, prima il calcio a 11 con Montemazzano e Cotone, poi i tornei di calcio a 5, e ora calcio a 7».
Che sensazioni hai avuto tornando a giocare?
«All’inizio un po’ di paura, poi pian piano mi sono sciolto, anche se le differenze fisiche di quando avevo 25 anni, e di adesso che ne ho 36, non avendo mai più fatto sport, le sento, eccome. Però è stato bello tornare a giocare, passare un’ora di divertimento con gli amici, senza pensare ai problemi della vita; sono contento di aver ritrovato vecchi amici, e sono orgoglioso di aver fatto iniziare a giocare anche ragazzi che non l’avevano mai fatto».



I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (15 dicembre 2014)
Andrea Breschi (Bar Roma)


 Parla Andrea Breschi, protagonista del Bar Roma
"Sono diventato grande in un bel gruppo di amici.
C'è un'alchimia perfetta. E nel marzo prossimo... "



SICURO in campo, sempre alla ricerca del gol, simpatico fuori dal rettangolo di gioco, Andrea   Breschi nasconde anche un’insospettabile timidezza, tanto da provare a schivare l’intervista («Ma   perché proprio io? Intervistate il capitano, è giusto così»), e chiedermi di usare il vecchio metodo   degli appunti sul block-notes, invece della più comoda registrazione («No, dai, France… Se mi   registri mi emoziono. Scrivi, giù».  E allora ho scritto. Di un ragazzo che avrebbe voluto tentare la strada professionistica nel mondo   del pallone, ma che, pur non riuscendovi,  ha mantenuto intatta la sua passione sui campi di   calcetto. Un ragazzo che sta per diventare babbo, e che mentre lo dice, ha una speciale luce negli   occhi. Un ragazzo che vive con il fratello, portiere del Piombino in Eccellenza, un rapporto   speciale, fatto di affetto e condivisione. Gli stessi ingredienti che arricchiscono anche l’amore per il   calcio, all’interno di una squadra che è fatta di amici e divertimento.  Intervistato alla fine della gara vinta contro Nara Camicie, Andrea commenta brevemente il match.  «Bene, abbiamo vinto una partita importante, anche se a un certo punto siamo stati un po’   superficiali e abbiamo rischiato». 
 Due parole sul campionato.  
 «Direi che è molto equilibrato. Il nostro obiettivo quest’anno è soprattutto quello di divertirci, anche   se ci piacerebbe ovviamente bissare la vittoria della passata stagione, senza avere la presunzione di   far bene anche fuori Piombino, e mi riferisco alle finali regionali. Per il resto, voglio sottolineare  il   pregio di far parte di un gruppo bellissimo, un gruppo di amici, nel quale non si discute mai».  
 In effetti, ultimamente ti vedo più tranquillo mentre giochi.  
 «Mah, non saprei. Sono sempre stato tranquillo, non credi? Poi magari sono diventato grande, più   maturo. Pensa che a marzo divento babbo di una bimba. E comunque sto davvero bene in questa   squadra. Altre volte mi è capitato di avere la responsabilità su sconfitte o vittorie. Parlo di altri   team, dove giocando io bene si vinceva, e giocando io male si perdeva. Ora invece faccio parte di   un gruppo fantastico, nel quale siamo tutti importanti. Per non parlare di Walter del Bar Roma. È   così speciale da averci preso le maglie nuove». 
 Che rapporto hai con tuo fratello, Alessandro, portiere del Piombino? 
 «Abbiamo un rapporto simile a quello che hanno i gemelli. Pur essendo io più grande di lui di dieci   anni, siamo unitissimi».   
Quando vai allo stadio e senti qualche critica nei suoi confronti come ti comporti?  «Quello che si arrabbia è babbo, io sono tranquillo, e accetto serenamente le critiche. Se mi   piacerebbe giocare a pallone insieme a lui? Certo, ma al momento Alessandro non può. Abbiamo   fatto qualche partita al Vant Toff; vediamo se in futuro sarà possibile riprendere a giocare insieme».  
 Cos’è il calcio per te?   
«Non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto provare a salire di categoria e tentare il calcio   professionistico. Ora come ora resta una grande passione che condivido con un gruppo fantastico.   Mi interessa soltanto divertirmi. Mi ripeto, ma è così: in questa squadra sto bene, sento la fiducia   dei compagni, c’è sempre la parola giusta al momento giusto. Insomma, un’alchimia perfetta».   

 Francesca Lenzi
 







I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (9 dicembre 2014)
Rocco Camerini (Rocco Team)

Camerini: "Ho un gruppo nuovo a cui però manca
una pedina di esperienza".
"Io allenatore? No, sono il miglior ds della Val di Cornia... "


Piombino, 9 dicembre 2014 Esce dal campo con il sorriso, Rocco Camerini, al termine del match contro Tecno Steel, che la sua squadra, la Rocco Team appunto, ha vinto per 6-5.
Rocco Camerini
tecnico di Rocco Team
«Adesso siamo a 4 vittorie e 3 sconfitte – afferma il mister – Era importante portare in vantaggio le vittorie, anche se resta il rammarico per aver perso immeritatamente contro il bar Roma. In effetti, a parte la sconfitta subita a ragione contro Pizza Più, per il resto abbiamo sempre disputato ottime partite. Pure stasera siamo sempre stati in vantaggio, anche se a volte cadiamo in cali di attenzione che ci costano cari».
Come mai?
Direi che non sappiamo gestire a volte le gare. Continuiamo ad attaccare, anche quando sarebbe giusto gestire la palla. Probabilmente ci manca qualcuno di esperienza, un veterano che sappiamo  avere questo ruolo.
Quali sono gli obiettivi di quest’anno?
Entrare in serie A, senza dubbio. Dopo aver vinto per due anni la serie B, puntiamo a far bene nella serie maggiore. Tra l’altro ho sensazione positive; mentre, infatti, l’anno scorso eravamo quasi sempre contati, adesso arriviamo in 7-8, per una rosa che offre garanzie, e speriamo che continui ad offrirle.
Parlaci della tua squadra.
È un gruppo completamente rinnovato. Non ci sono più Masullo e Marfella, mentre abbiamo sono entrate persone come Fioretti, Matalone, Chia (ex Juventus Club), Lombardi.. insomma, tutta gente con tanta voglia di fare. E ancora, gli universitari Di Maggio ed Esposito. Siamo una squadra di giovani, ma non giovanissimi, in  grado di mettere in campo la giusta esperienza, sapendo giocare a calcio a 5.
Cosa dici sugli avversari?
Beh, io aspetto in gloria la sfida contro Masullo (ride). Siamo amici, colleghi di lavoro e non vedo l’ora di incontrarlo sul campo.
Chi vincerà?
Non lo so. Ti dico però che avrei voluto rifilargli la prima sconfitta, ma ho visto che Ristorante Falesia mi ha preceduto, purtroppo. Scherzi a parte, per ora ci stiamo divertendo e va benissimo così.
Sei allenatore, organizzatore, motivatore o cos’altro?
Con il sorriso mi definisco il migliore direttore sportivo della Val di Cornia. Ironia a parte, vedo che le persone vengono volentieri a giocare con me, e io ho come imperativo quello di far giocare tutti, al di là dell’avversario.
Come mai?
Per divertirsi tutti e per tenere il gruppo unito. Se la gente arriva alle partite scontenta è finita. E poi è proprio una mia caratteristica personale. È chiaro che ci sono persone  che potranno giocare più spesso, ma in generale mi piace far girare tutti.
In inverno, quando piove e fa freddo, è una fatica per tutti uscire di casa e andare a giocare, giocatori compresi. A te, che stai in panchina, quanto pesa?
Senti, la voglia c’è sempre stata e c’è ancora. Questo è u mio hobby e, nonostante il freddo e la pioggia, me lo prendo volentieri. Ovviamente non è sempre semplicissimo tra famiglia, condizioni climatiche, arrivando tra l’altro da Riotorto, ma fin quando mi piace farlo e fin quando mi darà soddisfazione, lo farò ben volentieri. E quando parlo di soddisfazione, parlo dei ragazzi che vedo contenti. Ti faccio un esempio, per far capire quanto io tenga a questo hobby: iscrizione, maglie e quant’altro le ho pagate personalmente io, e alle partite metto 5 euro per il campo come ciascuno dei miei giocatori.

Mario Mura, amuleto... al contrario

"Senza di me la Magona  vince!"


Piombino, 1 dicembre 2014 - Nella prima vittoria dopo sei giornate (e cinque partite disputate) della propria squadra, lui  mancava. Stiamo parlando di Mario Mura, giocatore, organizzatore e anima della Magona Calcio,   formazione iscritta al campionato ufficiale di calcio a 7 Uisp e al torneo Over 30.   
Non eri presente venerdì scorso, in occasione del primo successo della Magona contro la   Nuova Edilizia, al termine di una gara avvincente. Come mai?   
Beh, intanto, scherzando, i miei compagni mi hanno detto di non andare nemmeno le volte   successive (ride). Tornando seri invece, sono stato a riposo a causa di qualche acciacco. I classici   motivi fisici, insomma, che direi normali avendo 43 anni.  
 Dopo la vittoria nell’ultima giornata, quale sono gli obiettivi di quest’anno?  Ah, niente obiettivi questa stagione. 
Affrontiamo il campionato per quello che verrà, avendo anche   cambiato un po’ il gruppo. A fianco allo zoccolo duro, infatti, ho inserito alcuni giovani che finora   non si erano ancora sbloccati. Spero che il successo contro la Nuova Edilizia sia stata la molla per   cambiare marcia. Inoltre, quest’anno sono più impegnato rispetto alla passata stagione: mia moglie   infatti ha ricominciato a lavorare e con due bambine piccole di 6 e 4 anni è un bel problema trovare   il tempo per giocare e, soprattutto, per organizzare.   
Quindi, pensiamo principalmente al divertimento?  
 Mah, questo è da vedersi. Non è che per ora ci siamo divertiti tanto. Come ti ho detto, vediamo cosa   viene fuori d’ora in poi.   
Con un passato a un soffio dal calcio professionistico, nell’intervista della scorsa stagione,   parlavi di giocare ormai per passione. È ancora così?   
Certo, la voglia c’è sempre. Però trovare il tempo è sempre più difficile. L’anno scorso abbiamo   fatto tutti i tornei; quest’anno facciamo il campionato e, almeno per ora, l’over 30 (anche se molti di   noi sarebbero già pronti per l’over 40). Purtroppo ho avuto diverse defezioni, tra un paio che hanno   smesso e altrettanti che mi avevano confermato la loro presenza, e invece poi non sono venuti.  Mi ripeto, andiamo avanti di partita in partita e vediamo cosa salta fuori.






I PROTAGONISTI DELLA SETTIMANA (24 novembre 2014)
Salvatore Masullo e Giovanni Marfella (Nara Camicie) 

Nara Camicie: la parola ai leader

Masullo incorona bomber Marfella
"E' lui il numero 1, l'ho scoperto io"

Questa settimana l’intervista è doppia. I protagonisti sono Salvatore Masullo e Giovanni Marfella, giocatori simbolo della squadra Nara Camicie, iscritta al campionato invernale Uisp Piombino. Con un avvio di stagione eccellente, fatto di sole vittorie e appena un pareggio, il team di capitan
Masullo si accredita quale formazione tra le più attrezzate alla vittoria finale. Con i due giocatori scambiano alcune parole martedì sera (18 novembre), all’impianto Van Toff, in attesa dell’inizio del match contro Osteria I’Ciocio. Impegno complicato, reso ancor più difficile dalle diverse assenze nel gruppo Nara Camicie, la coppia Masullo/Marfella, è comunque riuscita al termine della sfida a spuntarla, grazie a una prova di carattere e ottimo affiatamento; oltre ai colpi di Marfella, che anche stavolta ha influito in modo determinante sul risultato finale.

Salvatore Masullo, due parole per il blog della Uisp.
No, dai. Non devi intervistare me, ma il Marfella. È lui il bomber della squadra.
Poi parlo anche con lui. Intanto chiacchieriamo noi due. Quanti anni hai?
Eh, tanti... 39.
Ti diverti sempre? È cambiato il tuo modo di affrontare le partite?
Sì, mi diverto sempre. Se sono cambiato nel tempo? Mah.. ho un atteggiamento tranquillo, penso
solo a divertirmi; ma sono sempre un po’ stato così. Il Masullo che si infuria e protesta in campo è
mio fratello, non io.
Non ti sei ancora stancato quindi di dare calci al pallone?
No, ancora no. Di lavorare mi sono stancato, ma di giocare a calcio no.
Quest’anno vi presentate come una delle squadre favorite alla vittoria del campionato. Che dici?
Mah, speriamo che sia così. L’importante comunque è divertirsi. Siamo un gruppo di amici, sia in
campo che fuori, e ripeto, il bomber della squadra è Marfella, il mio pupillo, l’ho scoperto io (ride).
E il tuo ruolo qual è invece?
Io sono il capitano, quello che ha fatto la squadra, chiamato la gente, organizzato un po’ tutto. I miei
compagni sono più giovani e insomma mi occupo di loro, li ho presi sotto la mia ala.
Grazie Salvatore, e in bocca al lupo.

Salvatore Masullo e Giovanni Marfella
Crepi. E comunque, Marfella è il numero uno.

E allora eccolo il bomber della squadra, Giovanni Marfella, che lascia per un paio di minuti il riscaldamento e risponde alle nostre domande.
Masullo dice che sei il suo pupillo, il bomber della squadra.
No, dai, non sono il bomber.
Quanti gol hai fatto sinora?
Ne ho fatti 16 in quattro partite.
Beh, allora lo sei.
Ok, può darsi, ma l’importante è che la squadra faccia bene e vinca. Se poi arrivano anche i gol è meglio, se vinco il titolo di capocannoniere anche di più, ma quest’anno la cosa più importante è il campionato. Lo voglio vincere. I numeri per riuscirci ce l’abbiamo.
Ma se non fai gol in una partita che succede?
Beh, ci resto male, ma niente di più. Il mio obiettivo è di far bene e rendermi utile per il gruppo.
Come stasera contro Osteria I’Ciocio, avversario difficile. 

Sarà dura, anche considerando che ci manca un po’ di gente, ma ce la metteremo tutta.
Meglio vincere o divertirsi?
Io gioco perché mi diverto. Quando non ci sarà più la passione sarà un casino. Ma è presto per
pensarci visto che ho 21 anni.
Da quanto giochi con Uisp?
Da quando avevo 12-13 anni. Faccio tutti i tornei da quando ho smesso di giocare a calcio. Ero nel
Salivoli.
Meglio il calcio a 11 o il calcio a 5?
Il calcio è calcio, anche se mi piace pure il calcetto. Ma il calcio in campo grande è un’altra cosa,
non si tocca, troppo più bello.


Un altro paio di minuti di riscaldamento e poi il fischio d’inizio alla gara contro Osteria I’Ciocio.
Il risultato finale è agli atti, Marfella segna due gol (uno più bello dell’altro), e alla prima marcatura
del suo pupillo, Masullo si gira verso di me e urla: “Francesca, hai visto che fenomeno che ho in
squadra?!”.





IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (19 novembre 2014)
Matteo Carresi (Bar Roma)



Matteo Carresi, capitano sul campo

"La bandiera del Bar Roma sono io"

Piombino, 19 novembre 2014 -
Matteo Carresi, giocatore del Bar Roma
26 anni, istruttore in palestra, allenatore di atletica, maestro di sport con i bambini, e una laurea da prendere a Pisa in scienze motorie. Dove trovi anche il tempo per giocare a pallone non lo sappiamo, ma certamente è una passione grande quella di Matteo Carresi per lo sport in generale  e, in particolare, per il calcio. Da quando aveva infatti 18 anni  gioca nel Bar Roma, attualmente iscritta la campionato di calcio a 7 Uisp Piombino. Nonostante l’età ancora giovane, è quindi, calcisticamente parlando, un anziano che non si limita soltanto ad arriva al campo del Cotone per tirare due calci alla palla. Matteo scende in campo, questo è vero, ma segue in tutto e per tutto la squadra, dall’iter per la partecipazione ai tornei alle convocazioni per le partite, sino al ruolo di capitano. «Capitano sul campo, considerando la fedeltà alla maglia del Bar Roma – commenta con un sorriso Matteo – Sono la bandiera del team. Insieme a me, tra i più vecchi, anche Alessandro Grandi; finora facevamo insieme i tornei estivi, ma finalmente siamo tornati a giocare insieme anche nell’invernale e di questo sono contento. Quanto al mio ruolo da tuttofare mi occupo della gestione della squadra, comprese le convocazioni che curo sulla base sia degli impegni dei ragazzi, che della partita che andiamo ad affrontare».
- Come definiresti la tua squadra?
«Direi che siamo la rivelazione del campionato. Almeno per ora, procedendo a punteggio pieno. E con rientro a breve di Arzilli e Fabbri penso proprio che potremo dire la nostra anche sul titolo finale, anche perché sono diverse le squadre che si sono sfaldate, come il Buselli & Ghiandi che non c’è più o l’Enoteca Menti che si è ritirata, ed entrambe erano formazioni valide. Per quanto ci riguarda, di sicuro ci vedo nelle prime quattro».
- Obiettivo della stagione?
«Io vorrei la coppa del primo posto. Quella al termine del girone unico, perché proprio lì si vede la squadra più forte; nelle eliminatorie invece è una lotteria. Basta che in una partita fondamentale ti manchino un paio di giocatori importanti e sei fuori. Nel girone unico si vede invece il migliore».
- Chi temi di più tra gli avversari?
«Mah, io ho un conto in sospeso con la Permare. Ci fecero fuori all’estivo, dove noi giocammo contati per la contemporaneità a San Vincenzo di un’altra finale. Eppure fu una gara combattuta, nella quale fummo anche parecchio sfortunati e io, sull’onda del nervosismo, ci feci buttare fuori in un finale potremmo dire sportivamente drammatico».
- Giochi per divertimento o per vincere?
«Gioco per divertirmi. Però quando sei lì e senti l’agonismo, ti girano le scatole se perdi, è chiaro. È vero che poi passa subito,com’è giusto che sia in un torneo amatoriale, anche perché se eravamo bravi giocavamo a San Siro e non al Cotone. Ci tengo comunque a sottolineare le belle amicizie che sul campo sono nate. Ho conosciuta tante belle persone, dapprima avversarie, poi amici, alcuni venuti poi a giocare nel Bar Roma. E questo è bello, al di là della rivalità in gara, anche perché alla fine della partita il campo lo paghiamo tutti, vincitori e vinti».





IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (10 novembre 2014)
Beppe Caputo (Tecnosteel)




Beppe Caputo si gode la vittoria col Bar Roma

"Vincere? Ci piacerebbe, ma sarà difficile"


Piombino, 10 novembre 2014 - È soddisfatto all’uscita dal campo, dopo la vittoria contro Bar Roma, Giuseppe, detto Beppe Caputo, portiere per caso, ma ormai saldamente tra i pali della porta della Tecno Steel. «Bella partita, siamo contenti e ci siamo divertiti – commenta dopo il triplice fischio dell’arbitro – Non abbiamo tantissimi punti al momento, ma anche per la prima giornata che abbiamo rinviato. Questa è comunque una vittoria che ci dà morale. Solo da ultimo si è fatta un po’ vedere la paura di vincere, abbiamo sbagliato alcuni gol; d’altra parte quando manca la concentrazione è difficile mantenere lo stesso ritmo, se poi ci mettiamo che siamo anche tutti vecchi….».
Tutti gli stessi più che altro. Il nome della squadra cambia (l’anno scorso lo stesso gruppo aveva come sponsor Erboristeria vecchi rimedi) ma i giocatori no. Giusto?

«Più o meno siamo sempre gli stessi, a parte qualche innesto inserito di tanto in tanto».
E tu invece, sei sempre portiere. L’anno scorso hai raccontato come questo ruolo sia nato per caso e per necessità, ma ormai sembri averci preso gusto. Anche stasera ti sei messo in mostra con alcune belle parate.«Sì, sono nato portiere per caso ma alla fine ci sono rimasto, perché mi piace. stasera è andata in effetti bene, anche grazie a un po’ di fortuna».
Obiettivo di quest’anno?
«L’obiettivo è sempre lo stesso: ci piacerebbe vincere il torneo, dopo aver vinto già la coppa
d’estate. Se però non ci riusciamo pazienza».
Avversari più difficili da incontrare in questa stagione?
«Da quello che so è molto forte l’Atletico Fuligni, ricco di bravi giocatori e new entry come Giuseppe La Gamba. Poi anche lo stesso Bar Roma, che stasera abbiamo battuto, è tra le squadre più valide».
Giocare per vincere o per divertirsi?
«Più importante è divertirsi. È anche vero però che se non vinci difficilmente ti diverti, quindi tutt’e due le cose».




IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (3 novembre 2014)
Massimiliano Meini (Blinditalia)

Massimiliano Meini, il 'guru' di Blinditalia

"I ragazzi pensino solo a giocare e a divertirsi"



Piombino, 3 novembre 2014 - «Massimiliano, mi dai la maglia?» «Massimiliano, posso andare in mezzo all’area sui corner?». Massimiliano... Massimiliano... Lo chiamano tutti i ragazzi di Blinditalia mentre si scaldano in attesa del fischio d’inizio della partita contro Mondo Pizza. Lui risponde con entusiasmo e attenzione a tutti, incoraggia, dà pacche sulle spalle e parole di incoraggiamento. Stiamo parlando di Massimiliano Meini (nella foto), 44 anni di Piombino, mister di Blinditalia, squadra iscritta al campionato di calcio a 7. 
Racconta com’è nata questa squadra. 
"È nata da un progetto e da un’idea precisa, ovvero quella di non far pagare nulla ai ragazzi. Mi spiego meglio: iscrizione, altri costi iniziali, anche il campo... Ecco, non devono pagare nulla. Devono solo arrivare al campo e giocare. Non devono preoccuparsi di altro".
E chi paga?
"L’azienda che ci sta supportando, e poi io (sorride). Anzi, viste comunque le difficoltà che ci sono per tutti, dico apertamente che siamo in cerca di sponsor. D’altra parte abbiamo iniziato controvento rispetto a quanto fanno altre squadre, ma siamo convinti della strada intrapresa e vogliamo proseguirla, anche perché altrimenti il gruppo creato non sarebbe più lo stesso: non tutti i ragazzi infatti avrebbero la possibilità di giocare pagando le partite".
Vedo molti giovani in squadra.
"Sì, l’età media è molto bassa, sono tutti ragazzi che già giocavano a pallone, chi nel Salivoli, chi nel 
San Vincenzo o da altre parti. In tutto siamo 18, oltre a un altro numero di ragazzi sotto i 16 anni che non posso ovviamente partecipare a questa competizione".
L’obiettivo di questa stagione?
"Mah, non c’è nessuna presunzione. Vediamo dove riusciamo ad arrivare, senza porci degli obiettivi 
precisi. I ragazzi la qualità ce l’hanno, l’importante però è che giochino tranquilli e si divertano".
Ho visto che i tuoi giocatori ti cercano, chiedono consigli. Hanno fiducia in te, vero? 
"Beh, spero proprio di sì (ride). E adesso, se non hai altre domande, ti lascio che vado a dire due cose sulla partita ai ragazzi".





IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA (27 ottobre 2014)
Gianfranco Giannoni (Permare)

Permare, il mister Giannoni vola basso dopo il titolo dello scorso anno
"Partiamo tranquilli, senza grandi obiettivi. Cercheremo di fare un campionato per divertirci"


Gianfranco Giannoni (Permare)
PIOMBINO, 27 ottobre 2014 - Il mister esce dallo spogliatoio pochi minuti prima dell’inizio di gioco vestito di tutto punto, con maglia e pantaloncini biancoblu. Parliamo di Gianfranco Giannoni, guida della Permare, all’esordio nel campionato di calcio a 7, all’impianto Aldo Bacci del Cotone/Poggetto, contro la Magona Calcio.
Come mai in tenuta da calciatore stasera?
Perché siamo pochi, e posso essere utile per un cambio in più. E poi c’è ovviamente il piacere di giocare. Potessi lo farei anche tutti i giorni.
Prospettive di quest’anno?
Partiamo con un approccio molto tranquillo. Motivi familiari e di lavoro spingono ad affrontare la nuova stagione con molta tranquillità. Non è secondario l’aspetto che si invecchia, e noi siamo sostanzialmente sempre i soliti. Diciamo che l’intenzione è quella di prenderla in modo sereno, senza grossi obiettivi, divertendoci; in fondo poi vedremo. Siamo quasi tutti vecchiarelli; basta pensare che il grosso di noi farà anche l’over.
Al di là delle aspettative, è un fatto che partiate da favoriti dopo la vittoria della scorsa stagione.
Certo, questo è vero, e cercheremo di onorare al meglio l’impegno. Stasera è comunque la prima giornata e dobbiamo capire intanto a che punto siamo, fisicamente parlando. Molti di noi infatti è dall’ultimo torneo a luglio che non hanno fatto più nulla, e ripartire non sarà semplice.
Qualche volto nuovo però lo vediamo…
Sì, al gruppo storico, abbiamo unito nomi nuovi che ci aiuteranno parecchio, a partire da Antonello Venditto (non in campo contro la Magona), Ardenghi e Bonanni, quest’ultimo giovane che alza la media dell’età in squadra. Per contro abbiamo perso un giocatore importante come Miano, quest’anno impegnato con il Piombino in eccellenza.
Tra gli obiettivi si stagione possiamo mettere anche una maggiore tranquillità nei confronti degli arbitri?
Sì. in effetti ci piacerebbe crescere sotto questo aspetto, invece di crescere solo dal punto di vista dell’età.



In realtà  al 13’ del primo tempo Giannoni manifesta a voce sostenuta la prima protesta contro il direttore di gara: “Oh, arbitro, ma l’ha preso pieno!”. Ma l’esternazione non travalica i limiti del buon senso e fa sorridere. Per il resto gara corretta, dentro e fuori dal campo, e prima vittoria per la Permare.

Nessun commento:

Posta un commento